lunedì 11 novembre 2013

Thank you White Stripes & Madrugada! (un vecchio articolo datato marzo 2011 che scrissi in occasione dello scioglimento dei White Stripes)


ll due febbraio scorso Jack e Meg White hanno ufficializzato lo scioglimento dei White Stripes adducendo come motivo il desiderio di preservare la musica fin’ora composta, non volendo cioè diventare cloni di sé stessi o schiavi delle logiche commerciali imperanti. 
I due non suonano insieme dal vivo da quasi quattro anni, da quel tour di Icky Thump, nel sempre più lontano 2007, in cui dovettero sospendere numerose date per motivi di salute di Meg. Alcuni (un giornalista de La Repubblica incluso) li ricordano come “‎Il duo del Po-Popopo-Po". Beh, vi assicuro, non poco sgomento, che valgono molto più di banali associazioni alla “Campioni del mondo”. Non offendetevi se mi permetto di dire che si è trattato della miglior band dell’ultima decade, la prima di questo millennio a cercare di dare una scossa al music business. Non sto dicendo che abbiano inventato alcunchè di nuovo (senza i vecchi bluesman del Missisippi e l’hard blues dei Led Zeppelin non credo avrebbero fatto molta strada) hanno tuttavia dato il via a una nuova attitudine nel fare musica. In formazione minimale; chitarra/voce/batteria. Scenografia e abiti a strisce rosse e bianche. Fratelli ? Amici ? Hanno giocato a lungo su questa ambiguità. Solo dopo qualche anno dichiarano di essere stati sposati. Jack White, al secolo John Anthony Gillis, ha deciso dunque di adottare il nome della moglie. Dal vivo.. dinamite pura. Lo stile batteristico “dada” assolutamente non virtuosistico ma indispensabile di Meg ricorda da vicino quello di Moe Tucker dei Velvet Underground. Jack dirige con disinvoltura le dinamiche con spiccata padronanza dello strumento e una voce unica. Sei dischi all’attivo, White Blood Cell, con quell’intro gracchiante di Dead lives and the dirty ground, il mio preferito. Rimpiango di non averli visti dal vivo a Lubiana sei anni fa. La vita, si sa, non offre quasi mai una seconda chance, mai perdere il treno. Jack, sono sicuro, continuerà a stupirci come ha fatto negli ultimi anni con lo stile che lo contraddistingue. Vedi Raconteurs (visti a Ferrara qualche tempo fa) e Dead Weather (da batterista!). Grazie Jack. Grazie Meg.
 




Pochi giorni prima di questa triste notizia ho (ri)scoperto quasi per sbaglio un gruppo di cui conoscevo ben poco. I Madrugada. Originari di Stokmarknes, cittadina situata nel nord della Norvegia, si formano nel 1995. Sivert Høyem alla voce, Frode  Jacobsen al basso, Robert Burås alla chitarra e Jon Lauvlend Patterson (sostituito da  Simen Vangen dopo il secondo disco) alla batteria. Debuttano quattro anni dopo con  l'acclamato Industrial Silence. Registrano in seguito altri quattro album in studio e uno dal vivo Live at Tralfamadore (mai letto Vonnegut ?).

Fino a pochi giorni fa conoscevo solo Grit, datato 2002 (vi consiglio l'ascolto di Blood shot adult commitment, canzone di apertura, non vi deluderà) bravi pensavo, ma nulla di sconvolgente. Sapevo anche  del loro scioglimento nel 2008 dovuto al tragico suicidio del chitarrista ma non mi ero spinto oltre.
Girando in internet scopro dell'uscita di una raccolta, (perchè no?) me la procuro.
Ancora un po' scettico ma curioso di saperne di più metto sullo stereo il disco "due" (non chiedetemi perchè abbia cominciato dalla fine) e BAM! Un' illuminazione. Mi lascio cullare dalla voce bassa di Silvert Høyem, a metà strada tra Nick Cave e Mark Lanegan. Ottime melodie. Produzione ben ponderata. What's on your mind, Vocal, Majesty.. Una più bella dell’altra. Molto bene. Ormai irrimediabilmente rapito decido di approfondire. Scopro che in madrepatria sono considerati  la “Miglior rock band norvegese di sempre” e hanno basi di fans in giro per l'Europa e l'America, qui da noi sono un fenomeno di nicchia per pochi appassionati e intenditori. Sebbene piccolo, spero, con queste poche parole di dare un contributo alla diffusione della loro musica. Che altro dire.. Mi sarebbe piaciuto vedere anche loro dal vivo.. Peccato che anche in questo caso sia arrivato troppo tardi..
A Robert Burås, ovunque tu sia.

P.S. La buona notizia è che Sivert Høyem, cantante del gruppo, ha pubblicato nel 2009 un album da solista dal titolo Moon Landing e sembra stia lavorando a nuove canzoni, vedremo un po’ che succede..  Un tour ?

 

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